L’AZIENDA AGRICOLA

L’Azienda Agricola viene fondata a Merlazza, piccola frazione del borgo di Celle Enomondo, proprio sul percorso che unisce i comuni dell’Unione Terre di Vini e Tartufi.

Tino, il proprietario, si occupa della produzione, dal vigneto alla cantina, insieme alla moglie Bruna.
Il figlio Claudio è il responsabile amministrativo e commerciale … nell’attesa che i piccoli Giacomo ed Alessandro, annate 2012 e 2017, si appassionino al mestiere di famiglia e all’arte vitivinicola.

Tino, Bruna e Claudio sono del parere che imprimere la propria personalità ai loro prodotti sia la scelta vincente.

IL TERRITORIO

Confessarlo pur conviene/ la Barbera è un buon liquor/ sangue instilla nelle vene/ e mantiene il buon umor./ La Barbera più vivaci/ fece i giovin del paese/ la Barbera più robusto/ e più forte l’uomo rese./ Viva dunque la Barbera/ viva sempre il suo liquor”
“Il vino Barbera” – opera buffa, carnevale 1866

Le Terre Alfieri sono le bellissime colline che costeggiano il fiume Tanaro, tra le città di Asti e Alba.

Sul crinale di una di queste colline sorge il piccolo borgo di Celle Enomondo, uno dei quattro comuni dell’Unione Terre di Vino e Tartufi. Le prime notizie del paese, noto soprattutto per la produzione di vino Barbera, risalgono al 899.
Il nome Celle deriva dal latino “cellae”, ovvero le grotte di tufo scavate per la conservazione delle anfore vinarie.

Il vino era il prodotto locale per eccellenza e si produceva già quello che oggi è noto come Barbera, un vino fortemente alcolico, di colore rosso scuro quasi tendente al nero e sostanzioso. La Barbera aveva addirittura ispirato un’opera buffa, intitolata proprio “Il vino Barbera” e presentata al Carnevale del 1866.

Proprio per la produzione vitivinicola, il nome del comune dal 1863 diventa Celle Enomondo, dal greco “enos” (vino) e “mundus” (puro), con il significato di “cantina del vino puro”.

I vini e, in particolare, la Barbera d’Asti DOC accompagnano i piatti tipici di questo territorio.

I VITIGNI

”Generosa Barbera. Bevendola ci pare d’essere soli in mare sfidanti una Bufera”
Giosuè Carducci (1835 – 1907)

BARBERA

Ad oggi considerato tra i più importanti vini rossi italiani, la sua comparsa storiografica è datata 1512, anno cui risale un atto catastale del Comune di Chieri che ne segnala la presenza. Grazie ad una rapida diffusione è diventato il vino che i contadini destinavano al proprio consumo.

Dopo un lungo periodo in cui ha continuato ad animare i territori circostanti, il Barbera ha conosciuto un nuovo rilancio a partire dagli Anni Ottanta, grazie ad un gruppo di produttori decisi ad accrescerne la qualità complessiva.

Nel 1970 è stata riconosciuta come Denominazione di Origine Controllata e nel 2008 ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita.

Viene vendemmiato nella seconda metà di settembre. La versione Superiore, ottenuta dopo un’attenta selezione delle uve in vigneto, è affinata in cantina per un periodo minimo di 12 mesi, durante i quali deve trascorrere almeno 6 mesi in botti di legno. Infine è necessario un periodo di maturazione in bottiglia.

Il Barbera è un vino capace di attendere per anni il momento migliore per esser consumato.

Di colore rosso rubino, che con il tempo vira al granata, è un vino che si presenta al naso intenso, vigoroso ed alcolico. La tipologia Superiore, grazie al passaggio in legno, si arricchisce di note speziate.

Nella versione base accompagna egregiamente tutto il pasto, la versione Superiore si abbina ai piatti della grande cucina, ai piatti di carne, alla selvaggina di pelo e di piuma. Inoltre è ideale con i formaggi, soprattutto se stagionati o erborinati.


La nebbia a gl’irti colli piovigginando sale, e sotto il maestrale urla e biancheggia il mar; ma per le vie del borgo dal ribollir de’ tini va l’aspro odor dei vini l’anime a rallegrar”
Giosuè Carducci (1835 – 1907) – San Martino

NEBBIOLO

Il nome Nebbiolo deriva dalla parola “nebbia”: i motivi potrebbero esser due. Il primo fa risalire il nome all’aspetto offuscato, quasi annebbiato, dell’acino ricoperto da abbondante pruina. Il secondo, più suggestivo, è legato alla maturazione molto tardiva delle uve: la vendemmia del Nebbiolo, infatti, avviene ad ottobre inoltrato, quando i vigneti sono avvolti nelle nebbie mattutine.

La sua storia inizia, probabilmente, in epoca romana, ma nel 1926 la sua identità si rafforza con la creazione del Consorzio per la difesa dei vini Barolo e Barbaresco, prodotti con uve Nebbiolo.

Oggi il Nebbiolo è conosciuto in tutto il mondo: dà infatti vita al Barolo, uno dei vini più amati a livello internazionale, e al Barbaresco.

Da abbinare a piatti tipici del territorio, tra gli antipasti accompagna taglieri di salumi e formaggi stagionati e tome piemontesi. Può esser abbinato a primi piatti quali i tajarin al tartufo d’Alba o agli agnolotti al plin. Ottimo anche con la polenta taragna. Tra i secondi piatti, a base di carne, l’abbinamento ideale è con il filetto di Fassone, il brasato, il bollito, lo stufato e la selvaggina.

Nei vini giovani si presenta di colore rosso rubino mediamente intenso e con una buona trasparenza, caratteristica di questo vino in quanto la buccia degli acini presenta un minor accumulo di sostanze coloranti.


“Il vino è un composto di umore e luce”
Galileo Galilei (1564 – 1642)

ARNEIS

L’uva bianca tipica del Roero.

Mentre il Nebbiolo si sviluppa sulla riva destra del Tanaro, il Nebbiolo bianco, ovvero l’Arneis, si trova sulla riva sinistra. Si tratta di un vino elegante, sapidissimo e pieno di profumi, che gli conferiscono un irresistibile fascino. Si tratta, però, di un vitigno difficile, che matura tardi e ha una bassa acidità.

Coltivato nel Roero fin dal 1400, per secoli è stato sinonimo di vino bianco, insieme al Moscato, con cui ha condiviso la sorte venendo vinificato in purezza o trasformato in Vermut.

Nei primi anni del Novecento, a causa della sua difficoltà ad esser domato e, soprattutto, a causa della sua scarsa resa, arrivò all’orlo dell’estinzione  venendo sradicato a favore di vitigni più semplici da coltivare.

Rivalutato a partire dagli Anni Settanta, grazie agli sforzi dei privati e alla ricerca scientifica, ha dato al Piemonte il suo vino bianco.

Un minimo di altitudine e terreni a base di argilla e gesso costituiscono l’habitat naturale per stimolare l’acidità nelle uve: non a caso, infatti, è coltivato quasi esclusivamente in Piemonte.

Il vitigno dell’ Arneis ha profumi fruttati, come la pera, che possono ricordare anche frutti esotici.

La contenuta acidità e la sapidità ne fanno un vino relativamente facile da bere, ottimo con il pesce e gli antipasti, oppure come aperitivo.

IL VINO

Quando io bevo penso, quando penso bevo
François Rabelais (circa 1494 – 1553)

MERLAZZA, Barbera d’Asti DOCG

Dalla vigna Merlazza le uve raccolte e poste a maturare hanno prodotto una Barbera annata 2020 di colore rosso rubino, con profumi di piccoli frutti e ciliegie, da servire a 16°C. Disponibile in bottiglia da 0.75l e nel formato Magnum da 1,5l.

ELOISA, Barbera d’Asti DOCG Superiore

L’annata 2016 ha portato un vino di color rosso rubino violaceo, intenso e seducente, che apre un ventaglio di profumi da cui emergono ciliegie, prugne e bacche rosse. Da servire a 18°C, è disponibile sia in bottiglia da 0,75l che nel formato Magnum da 1,5l.

LA MASCA, Barbera d’Asti DOCG Superiore

Raccolta uve, maturazione ottimale dopo accurato diradamento, delicata pigiatura e macerazione. Il risultato è un vino di colore rosso rubino, con riflessi granata e un profumo ricco e intenso, in cui si evidenziano in particolare sentori di frutta rossa, piccoli frutti e spezie. Da servire a 18°C, è disponibile sia in bottiglia da 0,75l che nel formato Magnum da 1,5l.

SANVINCENZO, Terre Alfieri DOCG Nebbiolo

Annata 2019, con uva raccolta e lasciata a maturare in cassette, una delicata pigiatura e successiva macerazione. Da servire a 16°C, di colore rosso intenso e con riflessi granata, è un vino delicato, lievemente speziato e con sentori di viola e lampone. Disponibile sia in bottiglia da 0,75l che nel formato Magnum da 1,5l

BRICCOBRUNA, Terre Alfieri DOCG, Nebbiolo riserva

Dopo un accurato diradamento, le uve sono state raccolte e poste a maturazione ottimale in cassette. La delicata pigiatura e la successiva macerazione hanno dato vita a questa annata 2018, da servire a 18°C, di colore rosso granata con profumi speziati, che richiamano note di liquirizia, sottobosco, rose e frutta a bacca rossa. Disponibile sia in bottiglia da 0,75l che nel formato Magnum da 1,5l.

MOSCHETTO, Terre Alfieri DOCG Arneis

Con l’uva raccolta nelle ore più fresche della giornata, il Moschetto annata 2020 si presenta di colore giallo paglierino, con delicati riflessi verdognoli, ha un profumo floreale e di frutta bianca, ma con l’evoluzione si notano interessanti sfumature mielose. Da servire a 10°C, è disponibile sia in bottiglia da 0,75l che nel formato Magnum da 1,5l.

LE NOCCIOLE

…i pastori vi sostavano sotto le frasche e le ninfe innalzavano canti d’amore seduti sotto la sua ombra”
Plinio (23 d.c.-79 d.c.)  – “Naturalis Historia”

Il nocciolo è una pianta antica, forte e tenace, dall’aspetto cespuglioso e ampio, che valorizza le colline piemontesi più povere e meno adatte alla viticoltura.

Simbolo di benessere e felicità fin dall’antichità, gli antichi romani lo regalavano come augurio di gioia, mentre gli antichi greci consigliavano di piantare qualche pianta nel proprio orto.

Da sempre è considerato un albero magico. I rabdomanti piemontesi utilizzavano i suoi rami per trovare le sorgenti e costruire i pozzi nelle cascine.
Nella tradizione popolare, poi, le streghe piemontesi, le Masche, realizzavano il loro bastoncino magico con i rami del nocciolo.

Il frutto viene utilizzato completamente.
Dalla spremitura si ottiene l’olio di nocciola, con proprietà perfette per la cucina sia dolce che salata. Dalla nocciola si ricava una pasta semi cremosa, ottima come base per ricette dolci e spesso utilizzata come sostitutivo del cioccolato. La macinatura della nocciola porta alla produzione della farina, che si presta alla preparazione di piatti sia dolci che salati. I gusci di scarto venivano utilizzati come combustibile per le stufe

La nocciola Tonda Gentile Trilobata, o nocciola Piemonte, ha una forma tonda facile da sgusciare meccanicamente. Il seme, dotato di un sapore delicato e di un buon aroma, rimane intatto.

Il guscio sottile fa sì che il frutto abbia una buona resa e la sottile pellicola che lo avvolge viene facilmente asportata dopo la tostatura.